Provincia: una vicepresidenza, quattro grane per Di Sabatino

TERAMO – Avrà parecchio da pensare e di sicuro una platea ampia di aspiranti al ruolo di vice il neo presidente della Provincia Renzo Di Sabatino il quale, a poche ore dal primo Consiglio del suo mandato durante il quale dovrà sciogliere il nodo della vicepresidenza, si trova strattonato per la giacchetta dai diversi territori che rivendicano rappresentanza. Nonostante il gran parlare attorno a un ente definito ‘inutile’, c’è al contrario grande ambizione a ottenere questo ruolo. Se da un lato la ‘destinata’, pare da accordi pre-elettorali trasversali, alla nomina sia il sindaco di Alba, Tonia Piccioni (con il centrodestra ad agitarsi nel processo all’ennesimo tradimento, di cui è già costellata questa avventura politica alla Provincia) il centrosinistra si agita addirittura attraverso tre diverse ‘anime’ che rivendicano ognuna il diritto alla vicepresidenza. Il nome di Vincenzo Di Marco (il più votato della lista a supporto di Renzo Di Sabatino) è ricorrente in molti esponenti e iscritti Pd del capoluogo, che però sotto altra forma e rappresentanza indicano e rivendicano nel consigliere comunale Maurizio Verna questa figura. E’ il caso dei gruppi consiliari di Teramo dello stesso Pd e di Teramo cambia, che sottolineano il successo elettorale alle provinciali «quale punto di svolta politico e istituzionale del nostro territorio», in una città «ultimo arroccamento di un sistema di potere ormai al tramonto, che poche risposte ha dato ai problemi veri del territorio, nel quale tuttavia Brucchi e la sua coalizione appaiono deboli come non mai, per merito sia di un’implosione interna che di un’opposizione ferma che in questi anni ha svolto il Partito democratico di Teramo». Il che presuppone un recupero della centralità economica e politica di Teramo capoluogo «in modo da poter incidere sulle future scelte strategiche che riguardano le aziende in crisi, l’occupazione, la viabilità, i rifiuti, l’acqua, l’istruzione, l’ambiente; temi sui quali l’ente provincia sarà chiamata ben presto a dare delle risposte», temi sui quali i gruppi consiliari «vogliono esserci con contributi di idee e di ruoli». Traduzione: un vicepresidente espressione del capoluogo, dunque un chiaro riferimento a Verna. Ma anche la montagna non vuole essere da meno. Ci sono da una parte tanti piccoli comuni montani che hanno sostenuto Vincenzo Di Marco, il sindaco di Castellalto più votato in termini di preferenze, ma c’è anche il sindaco di Crognaleto, Giuseppe D’Alonzo, che alza il grido in rappresentanza delle aree interne: «Abbiamo fatto il miracolo, nessuno credeva nella riuscita del nostro rappresentante, grazie alla sinergia dei comuni montani, ai centri maggiori, come ad esempio Montorio, siamo riusciti ad eleggere un nostro rappresentante. Ora chiediamo con forza al presidente Di Sabatino – dice D’Alonzo – la giusta visibilità di un territorio che tanto ha lavorato per il risultato ottenuto e da troppo tempo abbandonato dalla politica provinciale. Siamo convinti e certi della sensibilità politica e morale del presidente della Provincia di Teramo così come siamo certi che il vice presidente della Provincia sarà individuato nella persona del Consigliere Piergiorgio Possenti». Il piatto è servito: tre anime, tre candidati per il Pd, una sola poltrona, e l’incognita Piccioni che potrebbe conquistarsi a sorpresa la vicepresidenza in base ad accordi pre-elettorali che le avrebbero garantito la vicepresidenza nel caso Di Sabatino avesse vinto ma non avesse avuto una maggioranza per governare. Un accordo ancora valido?